mercoledì 12 maggio 2010

(13) 9a Lezione: La Testa (di Cazzo) nel Pallone

Ah, finalmente la Nazione lacerata dagli scandali politico-edilizi, turbata dal divorzio miliardario dello psicopremier, spaventata dalle pastette dirigenziali di una nota Banca, divisa perfino sulla ricorrenza della sua stessa Unità, si ritrova al tavolino del bar tra un cappuccio e una bionda media, unita nella discussione sul Verbo popolare, la vera ossatura del Paese: le convocazioni di Marcello Lippi per la Nazionale in vista dei Mondiali di calcio.

Meno male. Io e Mario ci preoccupavamo per un sacco di inezie. Adesso possiamo concentrarci su questo signore dai capelli candidi, toscano (e già questa è un'aggravante), che cordialmente intasca una quantità invereconda di milioni di denaro di fatto pubblico e altrettanto cordialmente manda affanculo chi gli chiede in virtù di quale logica ha scelto questo giocatore (Gattuso, Camoranesi, Iaquinta) al posto di quell'altro giocatore (Balotelli, Cassano, Miccoli).

Chiarisco: di Gattuso trovo divertenti gli spot, di Balotelli trovo divertente... beh niente. Per il resto non me ne frega un cazzo. Al bar, però, con il mio macchiato freddo stretto tra le dita e l'ultima copia di Wired appoggiata sul bancone, osservo. Da tempo.

Da tempo osservo, in quanto torinese, la ricorrente conversazione mattutina di due signori in giacca e cravatta, certamente funzionari (viste anche le Bmw parcheggiate in doppia fila) della adiacente Banca, che spuciazzando il croissant nella tazza, aulicamente discorrono sul presupposto che "Zaccheroni non ha capito un cazzo" (testuali, bonjour finesse). Accanto una vecchia tifosa presumo granata, inacidita e dalla voce insopportabilmente nasale, invece sbraita per il piacere delle orecchie di tutti, anche delle mie povere e martoriate, che "abbiamo giocato male" (ma che, eri in campo anche tu?), "i ragazzi non hanno dato tutto" (trattasi di raccolta fondi della parrocchia?), e via con questo tono, con immancabile riferimento agli "stronzi della Juve" (i due funzionari di cui sopra, n.d.a.). Finisco il caffé ed esco a prendere un po' di aria fresca.

Penso a quel vecchio compagno di scuola, di cui ho qui già scritto, che ho recentemente reincontrato dopo vent'anni il quale, come prima cosa dopo il "come stai", ha ritenuto di buon gusto farmi una battutaccia sulla Juve che aveva testé perso chissà quale partita (e a me che cazzo me ne frega, ma vabbé, transeat). Penso a quell'altro, oltretutto persona di acuto ingegno e cultura, che su Facebook invece di chiacchierare di varie amenità o argomenti un pochino più pregni (che ne so, biologia comparata dello scroto nei roditori, tnato per citare qualcosa di più sensato del calcio) mi trova online che penso ai cazzi miei e parimenti mi fa una battutaccia sulla Juve che ha ri-perso chissà quale altra partita. Il che mi porta a due conclusioni, una prettamente cittadina, una più ampia: A) i tifosi del Toro sono gente di merda (eh lo so, mi spiace, la verità fa male); B) tutti gli altri appassionati di calcio sono praticamente analoghi ai tifosi del Toro (così siete tutti contenti).

Mario questa cosa del calcio non l'ha mai capita. Lo conforto accarezzandogli le spine della schiena, coraggio, neanch'io la capisco, e dire che (mio malgrado) ci ho lavorato sopra tutti i giorni per almeno due anni, quand'ero a gestire il canale sportivo del quotidiano della mia città sul web - proprio nei giorni della cosiddetta Calciopoli: quella l'ho capita. Una squadra si è adoperata con vari mezzi per toglierne di mezzo altre tre o quattro, costruendosi un primo posto in classifica, poi ha mandato un suo dipendente alla Presidenza della Lega di questo presunto sport e si è fatta consegnare lo scudetto. Intanto sia quella squadra che le altre amabilmente confabulavano con arbitri e dirigenti per indicare a tavolino cosa doveva succedere e a favori di chi. Da almeno quattro anni questo argomento è attuale e seguito più dei terremoti e delle ermergenze umanitarie.

C'è un signore portoghese che verrebbe cacciato da qualsiasi ristorante di buon gusto per i suoi modi inurbani, il quale riceve alcuni milioni di denaro (pubblico anche quello, poiché deriva dalla vendita di pneumatici e benzina per le auto che tutti sono più o meno costretti a comprare e pagare salati) per sfanculare chiunque gli faccia una domanda in pubblico. Peraltro, è alla pari degli idioti dotati di tesserino da giornalista (quella cosa che ti danno se sei sinceramente un povero coglione con un amico che è già giornalista, n.d.a.), i quali ci provano un masochistico gusto a fargli domande idiote e farsi mandare affanculo (è più dignitoso, in fondo, andare a fotografare le pornostar).

C'è un tizio a Roma che ha sposato (con fasto nazionale) un'oca giuliva raccolta in un programma tv per decerebrati, idolatrato da metà della popolazione nazionale, il cui hobby è prendere a calci la gente e sputazzare in faccia a chi gli passa accanto. Probabilmente piace tanto proprio per quello - chi non vorrebbe spaccare una caviglia al vicino che taglia l'erba alle 8 del mattino del sabato, o sputare in faccia al collega della scrivania accanto che non fa un cazzo da mane a sera? Noi finiamo in tribunale, a questo signore danno (e ridàgli) altri milioni di euro.

C'è gente che in virtù dell'assunzione di sostanza alcolico-stupefacenti va allo stadio a bestemmiare, picchiare altra gente non sempre siffattamente alterata, lanciare motorini giù dalle tribune, minacciare questo e quello, inneggiare alla mafia, ai criminali di guerra serbi, e via discorrendo.

C'è un tizio svizzero (e pure questa è una aggravante) che dopo aver visto la Francia andare ai Mondiali grazie a un gol segnato con le mani, dice che va bene così. E' lo stesso tizio che bene o male da vent'anni decide a tavolino chi passa i turni del Mondiali stesso (Corea vi dice niente?), ma a lui va bene così, e anche a voi. Credeste a Babbo Natale più che al calcio, forse vi rispetterei un pochino.

C'è un sistema di denaro (vostro, imbecilli!) che decide e aggiusta, ogni anno vedete alla fine dei campionati partite per cui pagate soldi che avete guadagnato e che togliete dalla rata del mutuo o dalla pizza, che finiscono come fa comodo all'uno o all'altro. Avete di recente visto il culmine dell'intelligenza umana, i tifosi di una squadra romana che minacciano i propri giocatori affinché perdano allo scopo di danneggiare indirettamente l'altra squadra romana (il calcio è stupido, ma le diatribe da derby sono i peggiori vergognosi insulti all'intelligenza, almeno alla mia e a quella di chi ancora ce l'ha).

Potrei dilungarmi con decine di altri esempi, che tutti conoscono, e che sono superflui. Si tratta in fondo di una attività teppistica, che forse un tempo (prima della guerra) poteva anche essere associato all'idea di sport, non certo oggidì; la può praticare a livello "agonistico" (cioé venendo pagato per non fare un cazzo) chiunque abbia fiato per correre e sappia dare calci indifferentemente agli altri o a un pallone - insomma chiunque sul territorio nazionale. E infatti lo fa chiunque - abbiamo la nazionale, la nazionale degli esclusi dalla nazionale, la nazionale dei cantanti, la nazionale dei politici, la nazionale dei giornalisti (lì i calci sono giustificati), la nazionale dei pollivendoli degli stracciari e e dei ruzzolamerde. E tutti pagate per guardare queste torme di gente in mutande che scorrazzano su un prato, e per farlo magari non portate vostro figlio a correrci lui, su un prato, la domenica.

Mi preoccupa il mio, di figlio, che per quanto piccolo si sta interessando a questa pseudo-attività teppistico-sportiva, stimolato da altri bambini già preda dell'encefalogramma piatto (probabilmente spinti e motivati dall'ego represso di genitori altrettanto decerebrati). All'oratorio basta un pallone da calcio e senti ragazzini decenni snocciolare bestemmie da portuali sotto gli occhi del connivente parroco (in fondo c'è la partita con l'altra parrocchia da vincere, mettiamoci d'accordo, no all'espulsione al primo "Porco***", facciamo ammonizione - e te credo, se no dopo un quarto d'ora vi restano solo i portieri) e spaccarsi le gambe a calcioni come può avvenire nell'ora d'aria di qualsiasi cercere che si rispetti. Poveri bambini rastrellati come pecore in "scuole-calcio" (il termine è un controsenso in sé stesso, in una scuola impari cose che ti servono per crescere e diventare un uomo migliore un domani, non un coglione migliore oggi), e viene loro insegnato a mentire, insultare, fingere, simulare. Come i genitori che poi durante le partite si sputano in faccia e si menano in tribuna.

Non ci credete? Andate sul sito della Figc, e leggete le squalifiche e le motivazioni relative, per le serie minori dilettantistiche e giovanili. Vedrete avvocati e sacerdoti, presidenti di società con nomi di Santi, squalificati per settimane e mesi per bestemmie, aggressioni all'arbitro e risse. Ragazzini di 16 anni squalificati per settimane e mesi per essere entrati a partita finita nello spogliatoio avversario, non per dire "andiamo a farci una pizza" (come facevamo noi, almeno quando da bambino si giochicchiava d'estate al mare tra amici), ma per riempire di calci e mazzate un altro sedicenne reo di aver fatto un gol o due. E' tutto vero. Aprite gli occhi cazzo. E poi mandate ancora i vostir bambini alla scuola calcio a fare il campionato se avete le palle.

Spero di riuscire a motivare mio figlio, che non ha ancora 5 anni e non ha ancora un genitore decerebrato, a dedicarsi ad altra attività, che sia davvero sportiva: una in cui serva un vero talento, precisione, attenzione, e che insegni il rispetto e non la truffa. Lo so, sono un idealista: credo ancora che esistano il basket e il baseball.

Ma la cosa che mi preoccupa di più è la gente che mi circonda: a voi piace questa merda.

Le decisioni nel mio condominio, le attività nel mio ufficio, le decisioni nel mio Paese, sono prese da gente che se ne sbatte i coglioni di quanto vale il Paese stesso, le sue risorse naturali e umane, l'istruzione, il benessere, il buon senso, non si smuove per chi muore di fame o chi viene picchiato alla stazione, per chi ruba o chi ammazza una famiglia guidando ubriaco e non fa neanche un giorno di galera - ma fa manifestazioni e collette (di denaro vero!) per mantenere uno stadio di merda che va in frantumi da decenni perché un giorno di tanti anni fa ci ha giocato la sua squadra del cuore. Gente che sbrocca per una palla e una maglia colorata a strisce (o tinta unita, che è lo stesso).

Mi auguro che un giorno tirerete la testa fuori dal culo, che rinsavirete, magari prendendovi una spranga in testa, o un proiettile da un altro imbecille che però al contrario di voi gira armato, e non ha gradito che abbiate preso per il culo la sua squadra. Ma non lo farete.

Poi mi chiedete perché odio il calcio.
Ve lo spiego: perché mi hanno insegnato ed essere educato e civile. Credo che nascere bestie ignoranti non sia una colpa, ma essere ancora bestie ignoranti da adulti lo è.
Quando sento queste cazzate e mi chiamate in causa, vi dico, "odio il calcio".
In realtà odio voi.

[Credit per la vignetta utilizzata: qui la pagina originale]