martedì 25 gennaio 2011

(19) Aridatece Er Morto

Non fai in tempo a capire che l'iPad è un iPacco che ti arriva addosso una nuova moda. Saranno i tempi di saldi, o la crisi che ci si attacca a tutto, ma la cosa è curiosa: che te ne fai di una bara?

Non intendendo con ciò l'involucro, il mogano, la scatola insomma, no no no, tutto il pacchetto compreso il ripieno. Oggi si sono fregati Mike Buongiorno: tutto quanto, parte lignea e parte mummica. I sospetti ricadono sugli stessi che si fotterono, tempo fa, lo scatolino con dentro Cuccia. Ed è ad essi che rivolgiamo un accorato appello: perfavore, per quanto più di sacro avete, diteci cosa ve ne fate! Perché i casi sono due.

Uno: trafugamento per uso personale. Nel caso di Cuccia gli scenari erano, e sono, raccapriccianti: ci vuole gente nel giro della nanofilìa, appassionati necrofili di derivazione Ikea, che fanno stare tutto in venti metri quadri compreso il letto e le perversioni. Voglio dire, posso capire fottersi la salma di Moana (il doppio senso è tanto spesso quanto voluto, n.d.a.) che a fronte di metà dei mostri che vedo girare di questi tempi per la strada di sicuro anche lei fa ancora la sua porca figura... ma Cuccia non è riuscito a fotterlo nessuno neanche da vivo. Chissà, sarà stato un risparmiatore deluso e vendicativo. Nel qual caso devo suggerire a un amico che fa il consulente finanziario di iniziare a vendere opzioni su gente come Tanzi, che ne hanno inchiappettati tanti i quali di sicuro ci metterebbero un venti euro per restituire la soddisfazione, anche post mortem...

Due: furto per interesse economico. Cioè ve lo rivendete. Sto già tenendo d'occhio eBay, si sa che il mercato delle reliquie è vivo e prolifico fin dai secoli bui, quelli della peste, mille e non più mille e giù di lì. Vuoi che tra un po' non ti salta fuori il dito salvifico del Mike? Acquistatelo e la vostra azienda prospererà, le vendite saliranno, allegria!

Oppure devo pensare (con brivido, terrore e raccapriccio) che ci sia un qualche collezionista, come quelli che si fanno rubare su commissione le opere d'arte per poi tenersele nel caveau e rimirasele in privato. Puoi immaginarti uno squilibrato pieno di soldi (ce ne sono tanti ovunque ormai) che si piazza il caro estinto nella sala del biliardo? Così, per farlo vedere agli amici, "un pezzo unico", e ti credo che è unico.

Eppure a ne pensarci ci vuole rispetto anche per la necrofilia imprenditoriale. Poco ci vuole a metter su un mercato, in fondo se si vendono i nani da giardino e i gormiti, c'è posto per qualsiasi cosa. Certo, ci vuole un listino, un borsino, perché un criterio per attribuire i valori alla merce bisogna pure inventarselo. Chiaro, lo stato di conservazione, e poi il valore-in-vita. Oddio, rischia di essere una nicchia, non che ci sia molto spazio per i futures per esempio (al limite per i past data la natura della merce). Ma sempre di domanda e offerta si tratta.

L'offerta c'è: pare che defungere sia un'attività non soggetta a flessioni. La domanda, pare, sia in aumento. Io dal canto mio posso offrire il nonno, pezzo d'epoca, ha fatto la guerra ma è arrivato alla fine ben tenuto, pare gli sia stato messo insieme l'adorato violino (di produzione sconosciuta, affrettatevi potrebbe essere un pezzo raro!). Se qualcuno mi sa fare una valutazione, senza impegno ovvio. Basta una immobiliare che si specializzi: «Buonasera signora, abbiamo saputo che nel suo condominio qualcuno vuole vendere un appartamento...? Come? Nessuno? Non importa, signora, si figuri, anzi: mi va a vedere sul portone se per caso c'è stata una dipartita? Questa settimana abbiamo un'offerta su lattai e pizzicagnoli, li prendiamo anche se sono parzialmente cremati».

E poi c'è il lato sociale: più spazio edificabile ed emersione del sommerso, beh, in senso letterale. Se parte la quotazione del caro estinto intanto mezza Italia lo trasferisce da sopra a dentro il materasso, insieme alle lire (che si sa mai un domani valgano di più, Maria tienile quelle cinquantamila, guarda sembrano ancora nuove!). Il vecchio nonno insieme al vecchio conio. Che poi prima di seppellirlo davvero ce ne passa, in giro a cercare qualcuno che faccia una buona quotazione, o magari aspettiamo più avanti che dopo le feste la gente ha meno da spendere, intanto la prozia non invecchia mica più no? Basta un po' di formaldeide.

D'altronde si sa, dalle nostre parti la criminalità organizzata è quella che fiuta gli affari per prima. E in questo campo si troverebbe già per le mani una quantità di materiale esclusivo: se lo rendiamo remunerativo, da un lato facciamo passare di moda quei sistemacci brutti tipo sciogliere la gente nell'acido (che non lascia residuo commerciabile), e poi vedi come un sacco di tizi scomparsi saltano fuori da sottoterra in giro per la Sicilia e l'altopiano della Sila: ecco signori, questo è un pezzo d'annata, del settantaquattro/settantacinque circa, sparato al cuore tre volte dalla buonanima del nonno del capocosca, che pure il nonno ve lo diamo al due per uno con lo sconto, e ne abbiamo una contrada piena, i picciotti stanno già scavando...

Sono abbastanza sicuro che siamo all'inizio di una novità che ci travolgerà tutti. Il furto di Cuccia era una prova, quello di Mike è una campagna teaser. Presto, prestissimo, commerciare la salma sarà davvero la virtù dei morti, e dei vivi: cosa ti ha lasciato in eredità il nonno? L'auto, l'appartamento di Alassio e la nonna, che è ancora viva ma mica sta tanto bene, diciamo che mi ha firmato una opzione...

O tempora, o mor(t)es!

martedì 16 novembre 2010

(18) Se Una Sera d'Inverno un Telespettatore...

Domenica sera intorno alle 21:15 mi accomodo sul divano, telecomando in una mano, birretta fresca nell'altra. Su ESPN i Minnesota Vikings sono sotto contro Chicago a sei minuti dalla fine e devono recuperare. Passo un attimo su Sky1, pensando «Non ricordo qual è il posticipo di serie A»; confesso, un momento di malsana curiosità. Eccolo: Inter-Milan 0-1, hanno segnato poco prima, inquadrato Gattuso sdraiato per terra che gesticola.

Torno su ESPN. Parte il drive dei Vikings, Favre cerca di recuperare e inizia a infilare un lancio dietro l'altro. Peterson corre e riceve, prende qualche colpo duro ma si rialza di corsa per non perdere tempo. Minnesota macina campo e arriva a poche yarde dall'area dei Bears.

Giro su Sky1 durante un time-out. Inter-Milan sempre 0-1, Ibrahimovic gesticola verso l'arbitro.

ESPN: colpo di scena, ai Vikings va male e la palla torna a Chicago. La difesa di Minnesota però fa il miracolo, tiene Jay Cutler schiacciato sulla sua linea di meta e costringe i Bears al punt da dentro la end-zone, che riesce per un soffio ma non arriva lontano. Meno di tre minuti alla fine, c'è ancora tutto il tempo per il recupero se a tentarlo è Brett Favre.

Sky1: Inter-Milan 0-1, qualcuno si sbraccia prima di tirare una punizione, nessuno la prende, palla sul fondo. Un telecronista esaltato spiega concitatamente che il portiere dell'Inter non ha ancora fatto nulla e siamo verso la fine del primo tempo.

ESPN: nessuno fa nulla per più di 40 secondi, questo è football. Favre ricomincia a lanciare pur prendendosi qualche rischio, al time-out dei due minuti i Vikings sono di nuovo vicini, ma sul più bello un cornerback dei Bears si infila al posto giusto e al momento giusto, intercetta il pallone. Chicago riesce a tenerlo per gli ultimi ottanta secondi (che nel football significano obbligatoriamente un paio di azioni vere) e vince.

Sky1: in ottanta secondi riesco distintamente a godermi Ibrahimovic che sputazza per terra un paio di volte, primo piano stretto, entusiasmo del cronista.

ESPN: la diretta passa al supplementare della partita tra Jets e Browns: è finita 20-20 e si va all'overtime (chi segna per primo vince). Le difese tengono, poi Cleveland imbrocca il drive giusto e arriva quasi a distanza da field-goal quando qualcosa va storto: lancio di McCoy, fumble del ricevitore, New York recupera la palla. Mancano pochi minuti e si prospetta un incredibile pareggio (l'ultimo pari in NFL risale al 2008, l'ultima volta che i Jets hanno pareggiato è del 1988, per i Browns invece è del 1989). New York riesce ad arrivare a distanza di field-goal, ma la palla è lontana, quasi 50 yarde, e il calcio va fuori. Cleveland riparte ma si sveglia la difesa dei Jets, che tiene. Torna in campo Sanchez e di nuovo New York avanza. Poi su una ricezione apparentemente innocua vicino alle 20 un difensore dei Browns sbaglia il placcaggio, e Santonio Holmes saltella in end-zone: vince NY in trasferta 26-20 a pochi secondi dal termine.

Sky1: Inter-Milan sempre 0-1, sono tutti fermi e chiacchierano. Ah, è l'intervallo (lo capisco perché nessuno sta insultando l'arbitro).

ESPN: il collegamento va a New York dove i Giants ospitano Dallas, che la settimana scorsa ha subito un massacro vero e proprio a Green Bay (45-7). Bryant, che era uscito svenuto in barella contro i Packers per aver subito un placcaggio durissimo, è in campo, e si vede: quando parte il collegamento i Giants, favoritissimi, sono su per 3-0 e in campo c'è l'attacco dei Cowboys, con il "vecchio" Joe Kitna al posto di Romo. Non sembra la Dallas della settimana scorsa: forse cè voglia di rivincita, ma tutti danno il 110%, specie Bryant che è imprendibile e riesce alla fine a segnare acchiappando un pallone con un tuffo spettacolare. Il coach di NY contesta il touchdown, gli arbitri rivedono l'azione e invece confermano. Dallas riesce anche a sbagliare una cosa banale come la trasformazione da un punto, siamo 6-3 nel primo quarto.

Sky1: Inter-Milan ancora 0-1, Eto'o seduto per terra si pasticcia il naso. Probabilmente sarà iniziato il secondo tempo.

ESPN: Manning spinge avanti i suoi e infila un paio di lanci spettacolari per Manningham, i Giants sono primi nella loro division e vogliono rimanerlo, ma la difesa di Dallas è irriconoscibile e ferma tutto quello che passa. Con molta fatica (e non pochi rischi) Manning arriva a ridosso dell'area dei Cowboys, tenta un lancio in end-zone sulla sinistra ma il receiver corre la traccia sbagliata: McCann intercetta, scatta dall'altra parte, e segna correndo per 101 yarde (record di tutti i tempi per i texani).

Sky1: Inter-Milan 0-1. In un paio di minuti assisto a una sostituzione.

ESPN: in un paio di minuti NY riparte in attacco, gioca quattro azioni ma viene fermata, e la palla torna a Dallas. Anche la difesa dei Giants non scherza e colpisce duro James ogni volta che tenta una corsa centrale, ma stasera Kitna sembra un ragazzino (di quelli bravi per di più), completa un lancio dopo l'altro e alla fine del primo tempo Dallas è avanti 19-3.

Sky1: Inter-Milan è finita 0-1.

Probabilmente siamo stati in poche migliaia a goderci serata e birretta fresca su ESPN, mentre milioni di persone si sono fatte anestetizzare dal nulla in mondovisione. Beh, pochi ma buoni. E ci dispiace per gli altri...

Epilogo.
Ieri sera mi squilla il telefono, è l'incaricata marketing di Sky che mi chiede se io sono proprio io, e poiché sono davvero io, mi dice tutta scandalizzata: «Abbiamo visto che lei non ha il pacchetto calcio attivo! Se vuole per 29 euro al mese glielo attiviamo!».

Vorrei risponderle, ma mi scappa da ridere e non riesco a parlare, alla fine mi scuso e metto giù. Ed è un peccato, perché so di aver perso un'occasione: in fondo posso anche attivarlo, il pacchetto calcio, se mi danno 29 euro al mese. Però se vogliono anche che io lo guardi, il calcio, mi devono dare qualcosa di più...

martedì 21 settembre 2010

(17) La Meringa Atomica

Il motivo principale per cui in Italia (ma non solo) le peggio cazzate procedono a passo spedito è legato al fatto che, salvo pochi illuminati che generalmente vengono impallinati appena aprono bocca, il gregge ha perso neuroni e buon senso.

Memoria corta, anzi cortissima
Il famoso referendum del 1987 "sul nucleare" non era un referendum sul nucleare. «Ma come, nell'87 non avevamo votato sì a un referendum sull'abrogazione del nucleare in Italia?»... beh, no. Conforta sapere che però uno su due di voi ricorda esattamente la formazione dell'Italia ai Mondiali dell'82, è una questione di importanza e priorità, vero?... In ogni caso, il referendum comprendeva i seguenti 3 quesiti, astrusi e poco comprensibili:

1) Volete che venga abrogata la norma che consente al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) di decidere sulla localizzazione delle centrali nel caso in cui gli enti locali non decidono entro tempi stabiliti?
2) Volete che venga abrogato il compenso ai comuni che ospitano centrali nucleari o a carbone?
3) Volete che venga abrogata la norma che consente all’ENEL di partecipare ad accordi internazionali per la costruzione e la gestione di centrali nucleari all'estero?

Visto? Nessun referendum contro il nucleare. Siete contro? Bene. Raccogliete le firme e proponetelo davvero, un referendum, con la domanda giusta: perché se nel 1987 c'eravate e siete convinti di aver votato "SI" alla domanda "siete d'accordo che ci siano centrali nucleari in Italia?" fate parte del gregge di cui sopra. Chi vi dice che lo avete fatto, mente sapendo di mentire: non votatelo più e sputategli addosso (a meno che non abbiate simpatia per i ballisti che vi strumentalizzano, peraltro c'è a chi piace farsi frustare il culo travestito da nazista, quindi perché stupirsi...).

Funghi atomici
E cioé: centrali nucleari spuntate come funghi. E' utile sapere che ce ne sono oltre 400 al mondo, comprese quelle perfettamente funzionanti in Paesi di cui solitamente ammiriamo la civiltà, come Svezia, Finlandia e Svizzera. I francesi ne hanno 59, alcune a un tiro si schioppo dai nostri confini (cioé subiamo il "rischio" teorico da tanti paventato, senza i benefici, poiché paghiamo i francesi per comprare la loro energia atomica, ma facciamo crociate per non produrcela in proprio). Poi ci sono Inghilterra, Germania, Spagna, Argentina, Messico, Brasile, Corea del Sud, Giappone... la lista è lunga. L'attuale polemica in Germania vi è stata subito venduta come "ecco, anche i tedeschi hanno capito che vanno chiuse!". No: i tedeschi hanno capito che la scelta (motivata dalla crisi economica) del governo di tenere ancora aperte alcune vecchie centrali (delle circa 30 esistenti) la cui chiusura è necessaria per raggiunti limiti di età, è una cazzata. La mappa completa delle centrlai esistenti al mondo è qui.

A questo conteggio vanno aggiunti i reattori nucleari "mobili", cioé quelli posti su sottomarini e navi. 130 circa sono americani, quelli russi erano 250 ma ne restano una trentina in attività, più qualche rompighiaccio e pochi natanti di superficie, un conteggio esatto è impossibile perché bisognerebbe sapere esattamente cosa possiedono le Marine di Paesi come Iran e Israele. Ci sono poi un numero assurdo di missili balistici, ciascuno con la sua bella pallina di Uranio 235 (e altri compagnucci suoi) all'interno.

Le alternative? Spiacente per i teorici del buon pensiero, ma non sono efficienti. E' puerile pontificare intransigenza sull'energia pulita e poi avere in casa tre televisori e due computer più 1,3 cellulari a testa (90 milioni di pezzi in Italia su 60 milioni di abitanti). Ci piace pensare che una cosa è bella e quindi funziona. Raramente è così nel mondo reale. E credetemi: chiudere gli occhi e tenere il fiato finché non diventa vero, produce come unico risultato la cianosi.

Sindrome cinese
E' quel vecchio film con Jack Lemmon in cui un incidente nucleare da una parte del mondo causava distruzione attraverso tutto il globo. Bel film. In realtà la lista degli incidenti accaduti alle centrali nucleari è lunga come la barba di Matusalemme (la trovate qui).

Gli incidenti nucleari "veri", cioé quelli in cui è davvero successo qualcosa al nucleo o al reattore, sono stati quello di Three Mile Island (Harrisburgh, Usa) nel 1979 e quello di Chernobyl (Ucraina) nel 1986. Due casi su centinaia di reattori nel corso di oltre 50 anni. Se dite che l'aereo è un mezzo "statisticamente sicuro", non potete poi fare la riverenza e un giro su voi stessi, e dire che non sono "statisticamente sicuri" i reattori nucleari. La statistica è statistica.

E tutti gli altri "incidenti"? Leggete la lista linkata sopra: valvole che saltano, tubi che si rompono, scintille che causano incendi nei posti sbagliati, errori di operai, o anche peggio. Niente a che fare con l'energia nucleare in sé. Nel 1975 in una centrale americana un imbecille decide di cercare una corrente d'aria in una cabina usando una candela: prendono fuoco i cavi elettrici e saltano quindi i dispositivi di sicurezza. Nel 1994 una centrale russa va in crisi perché viene tagliata la fornitura di corrente elettrica: non avevano pagato le bollette (se state pensando «Cazzo, è una centrale atomica, come fa a restare senza corrente, non se la produce da sola?» vi ricordo che era esattamente quello che facevano a Cernobyl: l'incidente del 1986 accadde proprio durante un test per verificare le procedure di sicurezza nel caso si fossero fermate le turbine, poiché i sistemi interni ricevevano corrente da esse, in un loop folle per cui i dispositivi che dovevano dare l'allarme se il processo si fosse fermato ricevevano corrente dallo stesso processo). Nel 1999 in Giappone in un sito di stoccaggio vengono versati a terra due bidoni contenenti uranio e acido nitrico: le sostanze si mescolano e danno il via a una reazione... per miscelare le due sostanze gli operai usavano un bidone e un imbuto (non perché fossero matti, pare fosse la procedura).

Sono i casi più "buffi", ma sostanzialmente in genere si tratta di piccole cose, componenti minuscoli, roba da supermercato. Una guaina che non tiene. Una valvola che non tiene. Un tizio che ha bevuto una birra di troppo e fa quello che non deve. Anche gli incidenti sui sottomarini nucleari, e ce ne sono stati alcuni sia da parte americana che russa, sono stati causati da vavole, incendi, rotture, e non dalla reazione nucleare. Piccoli pezzi di plastica e gomma da tre dollari che si spaccano e rischiano di fare un macello.

L'immancabile morale: Sergej, Beppe e Salvatore
Se pensavate che tenessi un comizio pro o contro il nucleare, avete sbagliato ancora. Non esistono fonti di energia o carburanti ecologici al 100%. Chi ve lo dice, dice cazzate. Sentite parlare di "carbone pulito", ma è un chiasmo, una contraddizione in termini come "buio accecante", "Inter simpatica" o "Berlusconi innocente". Come sempre, non mi interessa sapere se questa o quell'idea sia più o meno buona: mi piacerebbe che pensaste e mi proponeste una alternativa a ciò con cui siete in disaccordo, oltre a sbraitare "no" e sfilare in corteo. Vivo vicino alla Valsusa, ne ho piene le palle di cortei di qualsiasi forma e colore. Se avete un'idea migliore, sentiamola. Altrimenti in qualche modo bisognerà pure arrangiarsi, anche se significa scegliere il "meno peggio" tra una serie di opzioni non ottimali. Quello che temo, personalmente, non è avere una centrale nucleare qua, visto che ne ho sei o sette in Francia a un centinaio di km dal giardino di casa. Io temo la meringa.

Dicesi meringa quel materiale biancastro che, opportunamente emulsionato, si può mescolare al cemento da costruzione e così abbassare i costi dei cantieri edili (ecco perché quello scemo del cane del vostro vicino continua a leccare il muro). Non temo una centrale nucleare italiana: temo una centrale nucleare all'italiana. Costruita da Beppe Pautasso che mescola meringa al cemento e monta valvole di gesso perché costano meno. Gestita da Salvatore Impastato che inavvertitamente fa colare il sugo della parmigiana sul tastierino dei controlli di sicurezza, o va a fumarsi una sigaretta in una cabina elettrica perché fuori fa freddo. Non sono battute: cose del genere sono successe in Paesi che dovrebbero essere più "attenti" del nostro. Anche a Chernobyl in realtà tutto è avvenuto perchè il compagno Sergej ha fatto casino.

Sarei favorevole se impedissimo per legge a noi stessi di costruirla e gestirla. Facciamola edificare dagli svedesi, e assumiamo un po' di tedeschi e giapponesi a gestirla. Facciamo eseguire tutti i controlli agli svizzeri. Ci costerà un po', ma sempre meno che comprare l'energia in blocco all'estero. Con l'effetto collaterale di correre molti meno rischi di saltare in aria per colpa di una meringa.

mercoledì 8 settembre 2010

(16) La Bùfala Climatica

Che dare un Nobel al signor Al Gore fosse stata una cazzata, pari almeno a quelle che spara lui, qualcuno lo aveva capito da tempo. Ma la demagogia piace sempre a chi non sa pensare, e basta dire quattro fregnacce nazional-popolari sull'ecologia per tirarsi dietro il gregge (anche se poi il suo mega-ranch consuma più acqua e corrente elettrica di una intera cittadina).

Pannelli solari e fotovoltaici non sono una soluzione attuabile per la produzione di energia di massa, installare il fotovoltaico per produrre la stessa quantità di energia normalmente erogata ad ogni abitazione costa dai 15mila ai 20mila euro e una porzione privata di tetto, due cose che pochi hanno a disposizione (basta smettere per un momento di sognare a occhi aperti e chiedere uno stramaledetto preventivo).

L'eolico è una stupidaggine colossale perché per farlo funzionare serve vento costante, e non basta piantarvi un frullatore in giardino (per i pochi che ce l'hanno, un giardino). Il vento costante più forte al mondo è in Patagonia, Argentina, a 800 miglia dalla civiltà. Al secondo posto il lago Turkana in Kenya, che dal 2012 sarà il primo Paese al mondo cui l'eolico fornirà (grazie a un consorzio nordeuropeo) corrente elettrica su base stabile alla rete nazionale - 300 Mw pari a circa il 15% del fabbisogno nazionale, grazie a 353 turbine su un'area pari a tre volte la provincia di Trieste (il fabbisogno annuo della città di Firenze è di 1,5 milioni di Mwh, dati 2006 dell'assessorato cittadino all'ambiente).

Tralasciamo il dettaglio su altre vaccate come l'etanolo per autotrazione e il petrolio derivato da foglie marce, guano di pipistrello e cacca di yak (o di bufalo femmina, anche detta bùfala). Producete oggi, con la riciclata, una quantità di immondizia superiore a quanto si facesse prima, senza neanche accorgervene, perché ora buttare roba nel cassonetto giusto è diventato "virtuoso" e alla moda. Mia nonna comprava il latte e l'acqua sempre nelle stesse due bottiglie di vetro (cauzione dal lattaio pari a 10 lire, ci andavo io) e non buttava via un cazzo. Ma a cantare fuori da questo coro se va bene ci si prendono le pernacchie, se va peggio sono insulti peggiori. Eppure qualcuno c'è.

Cedo la parola a Bjorn Lomborg, un pericoloso latitante del pensiero indipendente, una cui intervista è pubblicata oggi su Tuttoscienze de La Stampa (ovviamente non rintracciabile sulla versione web, non sia mai che diffondiamo un po' di buon senso, meglio annegare il lettore tra Fini Berluschini e Chiamparini).

«(...) Le tecnologia pulite non sono ancora disponibili o sono agli inizi. Non sono pronte. Pensiamo al solare: è più caro dei combustibili fossili ed è il motivo per cui così tanti non lo usano, a meno che non ricevano forti sussidi.(...) Invece di sostenere tecnologie inefficienti, dobbiamo spendere i soldi in Ricerca e Sviluppo in modo da renderle migliori. Proviamo a immaginare: se riuscissimo a rendere le fonti verdi più a buon mercato del petrolio già entro 20-30 anni, allora tutti le adotterebbero, anche i cinesi e gli indiani, non certo perché obbligati dai Protocolli di Kyoto o dagli accordi di Copenhagen».

Per saperne di più, cosa assai utile per ottenere informazioni e avere una opinione vera e propria anziché ripetere quelle altrui, dovete trovare il modo di leggervi l'intervista. Una review del libro di Lomborg che parla dell'argomento è qui. Una critica contro le sue posizioni è invece qui, e dimostra il livello medio del gregge (se a scuola vi hanno insegnato la Logica e avete imparato come si costruisce e si contesta una argomentazione, leggete questa critica e poi a scelta o vi fate una risata o vi incazzate come cinghiali).

Le posizioni di Lomborg sono assai lontane dall'essere esaustive, e possono essere contestati in vari punti. Non è detto che abbia ragione su tutto, o che si debba essere d'accordo con lui supinamente: le argomentazioni vanno considerate e valutate. Ma questo non significa che non dica cose sensate in controtendenza con l'establishment para-ecologico che ci ammorba e che, a quanto mi risulta, abbia prodotto poco o niente se non un sacco di belle parole e soluzioni che fanno bella figura sulle riviste ma nel mondo reale non risolvono un cazzo e non sono alla portata (economica e strutturale) del 90 per cento della popolazione.

Poi, se avete 20mila euro potete comprarvi i vostri pannellucci, e magari ci scappa anche qualche spicciolo per mettervi in giardino lo yak (o la bùfala). Oltra alla cacca fornisce anche latte: et voilà, risolto in un colpo solo il problema energetico e quello alimentare!

venerdì 18 giugno 2010

(15) Gent.mo Sig. Dio

Gent.mo Sig. Dio,

qualora nella sua imperscrutabile saggezza, Ella stesse pensando di chiamare a sé la mia modestissima persona nel presente periodo di tempo, con la presente voglio umilmente richiederLe, qualora possibile, di provvedere affinché ciò avvenga questa notte.

Voglia comprendere che tale mia richiesta, per quanto all'apparenza bizzarra, non è mossa dai comuni sentimenti che spesso motivano le anime rinunciatarie o deluse, atteggiamento che, come Lei certo saprà in quanto tutto sa, è assai lontano dalle mie abitudini e dal mio carattere.

Si tratta in realtà di una motivazione, per quanto non di immediata comprensione, di natura estetica.

Nel mio umano brancolare nel buio, sono immodestamente convinto che Lei sia ben lungi dall'essere quella figura distante e granitica che la prassi, la Legge e gli insegnamenti ci hanno consegnato. E' al contrario mia ferma convinzione che noi tutti, Suoi infinitesimali figli, abbiamo nel corso della nostra effimera e tutto sommato insignificante vita la possibilità - mi lasci dire, almeno una possibilità - di alzare le mani al cielo e toccare il Suo volto, e sperimentare un momento perfetto. Sarà forse per questo che da tempo ormai vado in giro a braccia alzate: cosa che che tra i miei simili è stata troppo spesso interpretata come un segnale di resa, di accettazione, il che mi ha portato nel tempo ad essere oggetto quasi invisibile e reitenuto indegno di considerazione, nel corso delle umane vicende di coloro mi stanno intorno, troppo tesi e concentrati alla soddisfazione di sé, inutile ma all'apparenza appagante, e troppo incuranti di chi, o cosa, possano essi travolgere nella infinitamente stupida ricerca della perfetta circolarità del proprio ombelico. Noncurante di ciò, e del pensiero altrui, con anzi il pensiero unicamente a Lei rivolto, ho scelto e proseguito nella mia convinzione di tendere sempre e comunque le braccia al cielo: non si sa mai.

Credo infatti, ma rimetto a Lei come è ovvio la conferma o disconferma di questa mia convinzione, che quell'istante arrivi per tutti noi miseri Suoi figli, una volta nel corso della vita, e tutto sta a saper cogliere il momento perfetto.

Ora, poiché le cose umane sono governate dalle Leggi che Ella ha ritenuto di creare per la Natura e le vicende terrene, credo anche esistano segni dell'approssimarsi degli eventi: il ritirarsi del mare e la calma prima della burrasca, il rotolare delle nuvole prima del temporale, come Le è ovviamente più che noto (sono cose di cui Ella detiene i diritti ad aeternum, dopotutto, ma Le consiglio di stare comunque all'occhio, alcune multinazionali credo stiano cercando di brevettarle lo stesso).

Questa mia è quindi spinta dal fatto che ho recentemente osservato anche nel naturale, o innaturale (a causa delle spinte caotiche di chi mi circonda incurante di altri che di sé stesso), svolgersi degli eventi alcuni segni i quali mi suggeriscono come quel momento perfetto possa per me essere prossimo ad accadere. E vorrei davvero cercare di non mancarlo.

Per quanto i miei simili siano ormai portati a ritenere le vicende umane come cose assurdamente complicate, quando esse sono in realtà a mio avviso di una semplicità disarmante; e siano parimenti portati a credere che la propria vicenda umana sia l'unica ad essere degna di considerazione ed impegno, e a fottersi (mi perdoni l'espressione, segni sul mio conto perfavore) gli altri, vicini o lontani, nell'assoluta ricerca della irragiungibile soddisfazione del proprio ego e solo di quello; io credo di aver ricevuto il dono (in questo caso, certamente da Ella elargito) o la maledizione (per cui al contrario arriverei quindi a ipotizzare lo zampino della sua Controparte) di vedere la semplicità delle cose. Ed è questa.

Siamo prede del continuo mutare, dell'affaccendarsi di una dannata (con rispetto parlando) cosa dietro l'altra. Mentre ci si disinteressa di una, solo perché non è importante per sé (e chi se ne frega se lo è per qualcun altro), un'altra si solleva, e una terza minaccia di colpirci alle spalle. E' assai raro, quasi impossibile, trovare un momento della vita in cui tutto sia per un istante fermo, concluso, prima che altro abbia inizio. Talmente raro da essere un fatto quasi unico: un momento perfetto.

Tale è la mia condizione in questo momento. Per dirla con un linguaggio a me, quanto ad Ella, certamente caro, quello scientifico, tutti gli indicatori, tutti gli strumenti che mi circondano, tutte le macchine fisiche e psicologiche cui ognuno di noi è inconsapevolmente attaccato dalla nascita alla polvere, nel mio caso stanno praticamente a zero. E' vicino, vicinissimo, imminente il momento esatto e unico in cui tutte sono effettivamente azzerate. La psicologia umana (che nella sua stessa definizione è una pseudo-scienza inesatta e fondamentalmente imbecille) attribuisce valore altamente negativo a cose come il "senso di svuotamento", ma esso negativo non è: come direbbero i pensatori orientali, certamente ad Ella assai cari per la saggezza e la semplicità che hanno sempre insegnato senza che noi fossimo capaci di ascoltare, la mia coppa è vuota, e solo quando essa è vuota è pronta per essere riempita, per ricevere. Seduto immobile e circondato dall'affanno degli sciocchi che si arrabattano per mantere la propria coppa sempre piena, anzi debordante, versandovi solo l'olio denso e puzzolente del proprio ego, so che la mia è vuota, e possiedo un piccolo, minimo, infinitesimale cristallo di pace. Compatisco chi non lo capisce, e mi rammarico di non aver avuto, in ultima analisi, le doti sufficienti a diffondere e far comprendere questa semplice realtà. Ma in un mondo in cui gli esseri umani, ovunque, si rifiutano di ascoltare la Sua parola, è puerile che io mi rammarichi del fatto che non abbiano voluto ascoltare le mie: si sarà accorto facilmente di come siano tutti troppo intenti ad ascoltare solo la propria stessa voce per sentire qualsiasi altra cosa.

Vediamo: ho pagato tutti i miei debiti, non ho pendenze (ho sempre dormito male pensando di dovere qualcosa a qualcuno, e mi sono sempre fatto un punto d'onore di non chiedere favori se non a quelle pochissime e rarissime persone che, come me, non avrebbero mai e poi mai pensato di tenere un punteggio e fare mercato nel Tempio dei rapporti umani). Ho pagato anche il canone Rai, per quanto a tutt'oggi io non possa vederne il segnale (farebbe cosa gradita ai miei vicini di casa se volesse metterci una parola... molti sono convinti che per quello, ormai neanche il Suo altrimenti onnipotente intervento potrebbe portare un cambiamento, ma io ho un residuo filo di speranza). Bollo, assicurazioni, abbonamenti, è tutto in regola. Ho da sempre trascritto, per l'uso di chi dovesse poi mettere ordine, i miei codici bancari, le password e le sottoscrizioni di cui nel mio tempo libero faccio uso. Non possiedo beni terreni, se non l'auto su cui mi muovo, e null'altro che mi sia di esclusiva proprietà, e con assoluta carenza di modestia dico, scusate se è poco di questi tempi e in questi anni (lo so, è orgoglio, voglia benevolmente aggiungere al mio conto anche questo, tenendo conto però del valore di controtendenza verso la cosiddetta società del possedere e dell'apparire).

Sono svuotato di senso degli obiettivi, perché tutti quelli che mi ero immodestamente posto li ho raggiunti, od ho raggiunto la chiara comprensione che non mi è dato raggiungerli (chiedo scusa per la confusione grammaticale di questa frase, mi conceda bonariamente in questo mio esercizio letterario una piccola licenza poetica). Non ho più nulla da dire, perché tutto ciò che potevo, ho detto e ripetuto. Non provo neanche più quel senso di impotenza nel vedere ogni mia singola parola colpire orecchie di pietra e cuori tronfi di egocentrismo. Ho capito che il nostro compito, di noi tutti, è accumulare idee, conoscenze, esperienze, e comunicarle agli altri. Se poi essi vogliano darvi ascolto o lavarsene le mani, è al di fuori del mio controllo, e ho raggiunto una cristallina pace spirituale sulla immutabilità di questo fatto. Non perché io creda di avere delle verità assolute da rivelare: ma perché ho le mie, di verità, come i miei pensieri e i miei sentimenti e convinzioni, e tutto ciò ha basi e motivi di essere, e questo dovrebbe essere degno di una piccola, minima attenzione, come lo dovrebbe essere ciò che riguarda ogni essere umano.

Se sull'aereo instabile a bordo del quale attraversiamo la vita sono stato progressivamente spinto indietro, di fila in fila, perché i posti dei Giusti sono stati progressivamente autoassegnati da chi ci si sedeva per stare davanti agli altri, per dirla con Brecht mi accontento di sedermi tra chi resta, là dove un posto è rimasto libero. Le opinioni altrui, o la tristissima assenza di opinioni altrui, pietosamente sostituite dalla falsa pienezza del sé, non possono cambiare la realtà delle cose, e anche su questo sono sereno.

Ho fatto quanto potevo, forse ho mancato nel non realizzare pienamente il mio potenziale, certo avrei potuto fare di più - Ella sa quanto mi è cara la parabola dei talenti, che Suo Figlio ci ha elargito (a proposito, voglia estendere anche ad Egli e alla Sua stimatissima Mamma i miei più cordiali saluti). Ma non vi è altro che io possa fare, contributo che io possa dare. Ho dato tutto quello che avevo, e a nessuno pare importare. Anche su questo però sono sereno, perché la mia coppa è meravigliosamente vuota. Gli altri? Voglio dirlo chiaro, anche se mi costerà un'altra voce sul conto a mio nome che Lei sta tenendo come è Suo compito: che gli altri si fottano. Forse, capiranno dopo, o forse non capiranno mai, ma la cosa non è più tra i miei interessi. Hanno fottuto me senza mai neanche curarsene per tanto di quel tempo, che credo di aver diritto allo sfogo: grazie.

Ciò che mi interessa è rivolgerLe questa mia modestissima richiesta, nel caso Ella voglia considerarla. Sarei lietissimo di questa Sua visita notturna, e gradirei enormemente offrirle un caffè prima della nostra partenza per qualsiasi-luogo-sia; gradirei sentire la Sua Voce e trarne conforto. Gradirei cogliere, incontrare e possedere quel momento perfetto, in cui finalmente io possa provare la beatitudine di un sorriso perfetto, ché ne ho quasi dimenticato l'intima essenza e la vera natura; non vedendone da tempo uno sincero, che venga dal cuore, sulle labbra altrui, e non trovando più la forza di formarlo con le mie.

A margine, La pregherei se possibile, domani, di scagliare sulla bastardissima terra un fottuto diluvio di grandine, o qualcosa del genere, incentrato sulla zona da me attualmente occupata, per mettere una mosca in tutte quelle orecchie che si sono sempre rifiutate di ascoltare altro che se stesse. Anzi, voglia ficcarci un paio di calabroni, tanto per andare sul sicuro. Possibilmente voglia scatenare anche uno stramaledetto terremotuccio, con un paio di ossa rotte qua e là - niente di grave, per carità, roba guaribile in quindici giorni salvo complicazioni, giusto qualcosa che immobilizzi alcune persone che dico io per un paio di settimane a letto, costringendole a fare quelle due cose che a mia memoria non ho mai visto loro compiere: 1) pensare, e 2) fare un cazzo di esame di coscienza.

Lascio che sia Ella a sbizzarrirsi nella scelta - in passato, come riportato nel Libro, devo riconoscere che ha saputo dare prova di grande fantasia, ed è stato capacissimo di catturare l'attenzione di un sacco di Suoi figli, da Adamo ed Eva a Noé a Sodoma fino all'Egitto. A Sua discrezione quindi, una pioggia di rane in crisi diarroica, o una morìa di tutti i criceti primigeniti, l'appassimento improvviso di tutte le aiuole e piante posizionate in "certi" balconi e giardini, una piccola esondazione fognaria direttamente in una lista di cessi che posso fornirLe con precisione chirurgica, con conseguente riversamente di litri cento (almeno) di liquami. Vorrei essere spettatore di questo. In questo momento, tra le mia fobie che Lei certo conosce e le mie umane ed eterne incertezze, non so se esista "qualcosa" che io, volesse Lei accogliere questa mia istanza, possa conoscere per così dire "a posteriori "dell'evento. Ma ho scelto di immedesimarmi nella scommessa di Pascal. E almeno togliermi quella piccola soddisfazione che finora in quasi 40 anni terreni non sono riuscito a togliermi.

Voglia insomma Ella fare ciò che da tempo immemore, direi dall'Antico Testamento ormai, ha perso l'abitudine di fare: prenda a sonori calci nel culo un po' di gente. Non posso farlo io, ma davvero è uno spettacolo cui vorrei assistere. Anche da un luogo che non sia questo, anche dopo. E non voglio credere che perfino Lei si sia rassegnato: mi approssimo al mio momento perfetto, e voglio davvero farlo con ottimismo.

Cordialmente e con la massima stima.

venerdì 11 giugno 2010

(14) 10a Lezione: 715mila Euri

L'altra sera spippolando sul satellite mi imbatto nella ritrasmissione completa ed accurata della conferenza stampa-fiume di tale SanToro Michele da Salerno. Mi trattengo pochi minuti, cogliendo in pieno una filippica che il Santo spara contro l'azienda per cui lavora (la televisione pubblica, che paghiamo noi) e lamentando le condizioni economiche precarie in cui lvorano alcuni suoi redattori con contratti atipici e retribuzioni insoddisfacenti.

Asserisce (in mezzo ad altri deliri, mentre la saliva gli lapilla dai labbroni) che «se ho un bravo redattore che guadagna mille euro al mese, ma vogliamo dargliene almeno milleduecento, milletrecento?». Cazzo, vogliamo? E magari vogliamo parlare delle testate giornalistiche che fanno fare i redattori a persone che lo sanno anche fare ma senza riconoscere la dignità da giornalisti (neanche pubblicisti) per non rilasciare contratti seri e proteggere la propria casta di cui S. Toro fa pure parte (lo so per esperienza diretta)? Ma non importa: diamogli quei milletrecento euro, maledetta Rai (che comunque paghiamo noi)!

Oggi, 11 giugno dell'Anno del Signore 2010, La Stampa di Torino pubblica gli stipendi del signor S. Toro e di altri dipendenti della tv pubblica (che, ricordo, paghiamo noi): sotto il suo simpatico faccione compare la cifra di 715.000 euri (settecentoquindicimila/00).Quando uno ha ragione, ha ragione. Poiché io ne guadagno meno di un ventesimo, e pago pure un canone per un (dis)servizio pubblico che grazie al digitale terrestre a Moncalieri dove abito non vedo neanche più per carenza di segnale, egregio Signor S. Toro, le spiace i milletrecento euro a quel redattore, sfruttato con un contratti atipico e retribuzione insoddisfacente dalla sua redazione, darglieli lei? Così, quando ha un ritaglio di tempo mentre il popolo italiota la osanna con connivenza stolida e imbecille, come suo solito. (E poi gentilmente fateci sapere anche il costo di altri personaggi come il signor Travaglio, sarei curioso di conoscere quanto mi costa il parto delle sue sparate, al netto della ventina di libri con il suo nome in copertina che ho visto sabato in libreria, visto che paghiamo noi pure i suoi gettoni di presenza...)

E vaffanculo!

PS1: che un tal signor Pupo ne guadagni 400mila è perfino più fastidioso, ma l'argomentazione diventerebbe dispersiva.

PS2: Milena Gabanelli, l'unica giornalista seria probabilmente in circolazione in Rai al momento (visto che di Paolo Mieli si son perse le tracce), per Report è oggetto di cause legali varie per decine di milioni di euro. Ne guadagna 150mila, un terzo circa di Pupo. A me a questo punto è andato di traverso il caffé, che non è grave, è grave che sono uno dei pochi, se non l'unico.

Ps3: questo blog non si occupa di politica. Si occupa di buon senso. Nel caso qualcuno avesse un dubbio.

Dio benedica il giorno in cui vi alzerete scoprendo che potete anche dissociarvi dal popolo bue, e che quella cosa che la mattina lasciate sul comodino è proprio il vostro cervello. E' quasi nuovo, praticamente un chilometri zero: varrebbe la pena usarlo...

mercoledì 12 maggio 2010

(13) 9a Lezione: La Testa (di Cazzo) nel Pallone

Ah, finalmente la Nazione lacerata dagli scandali politico-edilizi, turbata dal divorzio miliardario dello psicopremier, spaventata dalle pastette dirigenziali di una nota Banca, divisa perfino sulla ricorrenza della sua stessa Unità, si ritrova al tavolino del bar tra un cappuccio e una bionda media, unita nella discussione sul Verbo popolare, la vera ossatura del Paese: le convocazioni di Marcello Lippi per la Nazionale in vista dei Mondiali di calcio.

Meno male. Io e Mario ci preoccupavamo per un sacco di inezie. Adesso possiamo concentrarci su questo signore dai capelli candidi, toscano (e già questa è un'aggravante), che cordialmente intasca una quantità invereconda di milioni di denaro di fatto pubblico e altrettanto cordialmente manda affanculo chi gli chiede in virtù di quale logica ha scelto questo giocatore (Gattuso, Camoranesi, Iaquinta) al posto di quell'altro giocatore (Balotelli, Cassano, Miccoli).

Chiarisco: di Gattuso trovo divertenti gli spot, di Balotelli trovo divertente... beh niente. Per il resto non me ne frega un cazzo. Al bar, però, con il mio macchiato freddo stretto tra le dita e l'ultima copia di Wired appoggiata sul bancone, osservo. Da tempo.

Da tempo osservo, in quanto torinese, la ricorrente conversazione mattutina di due signori in giacca e cravatta, certamente funzionari (viste anche le Bmw parcheggiate in doppia fila) della adiacente Banca, che spuciazzando il croissant nella tazza, aulicamente discorrono sul presupposto che "Zaccheroni non ha capito un cazzo" (testuali, bonjour finesse). Accanto una vecchia tifosa presumo granata, inacidita e dalla voce insopportabilmente nasale, invece sbraita per il piacere delle orecchie di tutti, anche delle mie povere e martoriate, che "abbiamo giocato male" (ma che, eri in campo anche tu?), "i ragazzi non hanno dato tutto" (trattasi di raccolta fondi della parrocchia?), e via con questo tono, con immancabile riferimento agli "stronzi della Juve" (i due funzionari di cui sopra, n.d.a.). Finisco il caffé ed esco a prendere un po' di aria fresca.

Penso a quel vecchio compagno di scuola, di cui ho qui già scritto, che ho recentemente reincontrato dopo vent'anni il quale, come prima cosa dopo il "come stai", ha ritenuto di buon gusto farmi una battutaccia sulla Juve che aveva testé perso chissà quale partita (e a me che cazzo me ne frega, ma vabbé, transeat). Penso a quell'altro, oltretutto persona di acuto ingegno e cultura, che su Facebook invece di chiacchierare di varie amenità o argomenti un pochino più pregni (che ne so, biologia comparata dello scroto nei roditori, tnato per citare qualcosa di più sensato del calcio) mi trova online che penso ai cazzi miei e parimenti mi fa una battutaccia sulla Juve che ha ri-perso chissà quale altra partita. Il che mi porta a due conclusioni, una prettamente cittadina, una più ampia: A) i tifosi del Toro sono gente di merda (eh lo so, mi spiace, la verità fa male); B) tutti gli altri appassionati di calcio sono praticamente analoghi ai tifosi del Toro (così siete tutti contenti).

Mario questa cosa del calcio non l'ha mai capita. Lo conforto accarezzandogli le spine della schiena, coraggio, neanch'io la capisco, e dire che (mio malgrado) ci ho lavorato sopra tutti i giorni per almeno due anni, quand'ero a gestire il canale sportivo del quotidiano della mia città sul web - proprio nei giorni della cosiddetta Calciopoli: quella l'ho capita. Una squadra si è adoperata con vari mezzi per toglierne di mezzo altre tre o quattro, costruendosi un primo posto in classifica, poi ha mandato un suo dipendente alla Presidenza della Lega di questo presunto sport e si è fatta consegnare lo scudetto. Intanto sia quella squadra che le altre amabilmente confabulavano con arbitri e dirigenti per indicare a tavolino cosa doveva succedere e a favori di chi. Da almeno quattro anni questo argomento è attuale e seguito più dei terremoti e delle ermergenze umanitarie.

C'è un signore portoghese che verrebbe cacciato da qualsiasi ristorante di buon gusto per i suoi modi inurbani, il quale riceve alcuni milioni di denaro (pubblico anche quello, poiché deriva dalla vendita di pneumatici e benzina per le auto che tutti sono più o meno costretti a comprare e pagare salati) per sfanculare chiunque gli faccia una domanda in pubblico. Peraltro, è alla pari degli idioti dotati di tesserino da giornalista (quella cosa che ti danno se sei sinceramente un povero coglione con un amico che è già giornalista, n.d.a.), i quali ci provano un masochistico gusto a fargli domande idiote e farsi mandare affanculo (è più dignitoso, in fondo, andare a fotografare le pornostar).

C'è un tizio a Roma che ha sposato (con fasto nazionale) un'oca giuliva raccolta in un programma tv per decerebrati, idolatrato da metà della popolazione nazionale, il cui hobby è prendere a calci la gente e sputazzare in faccia a chi gli passa accanto. Probabilmente piace tanto proprio per quello - chi non vorrebbe spaccare una caviglia al vicino che taglia l'erba alle 8 del mattino del sabato, o sputare in faccia al collega della scrivania accanto che non fa un cazzo da mane a sera? Noi finiamo in tribunale, a questo signore danno (e ridàgli) altri milioni di euro.

C'è gente che in virtù dell'assunzione di sostanza alcolico-stupefacenti va allo stadio a bestemmiare, picchiare altra gente non sempre siffattamente alterata, lanciare motorini giù dalle tribune, minacciare questo e quello, inneggiare alla mafia, ai criminali di guerra serbi, e via discorrendo.

C'è un tizio svizzero (e pure questa è una aggravante) che dopo aver visto la Francia andare ai Mondiali grazie a un gol segnato con le mani, dice che va bene così. E' lo stesso tizio che bene o male da vent'anni decide a tavolino chi passa i turni del Mondiali stesso (Corea vi dice niente?), ma a lui va bene così, e anche a voi. Credeste a Babbo Natale più che al calcio, forse vi rispetterei un pochino.

C'è un sistema di denaro (vostro, imbecilli!) che decide e aggiusta, ogni anno vedete alla fine dei campionati partite per cui pagate soldi che avete guadagnato e che togliete dalla rata del mutuo o dalla pizza, che finiscono come fa comodo all'uno o all'altro. Avete di recente visto il culmine dell'intelligenza umana, i tifosi di una squadra romana che minacciano i propri giocatori affinché perdano allo scopo di danneggiare indirettamente l'altra squadra romana (il calcio è stupido, ma le diatribe da derby sono i peggiori vergognosi insulti all'intelligenza, almeno alla mia e a quella di chi ancora ce l'ha).

Potrei dilungarmi con decine di altri esempi, che tutti conoscono, e che sono superflui. Si tratta in fondo di una attività teppistica, che forse un tempo (prima della guerra) poteva anche essere associato all'idea di sport, non certo oggidì; la può praticare a livello "agonistico" (cioé venendo pagato per non fare un cazzo) chiunque abbia fiato per correre e sappia dare calci indifferentemente agli altri o a un pallone - insomma chiunque sul territorio nazionale. E infatti lo fa chiunque - abbiamo la nazionale, la nazionale degli esclusi dalla nazionale, la nazionale dei cantanti, la nazionale dei politici, la nazionale dei giornalisti (lì i calci sono giustificati), la nazionale dei pollivendoli degli stracciari e e dei ruzzolamerde. E tutti pagate per guardare queste torme di gente in mutande che scorrazzano su un prato, e per farlo magari non portate vostro figlio a correrci lui, su un prato, la domenica.

Mi preoccupa il mio, di figlio, che per quanto piccolo si sta interessando a questa pseudo-attività teppistico-sportiva, stimolato da altri bambini già preda dell'encefalogramma piatto (probabilmente spinti e motivati dall'ego represso di genitori altrettanto decerebrati). All'oratorio basta un pallone da calcio e senti ragazzini decenni snocciolare bestemmie da portuali sotto gli occhi del connivente parroco (in fondo c'è la partita con l'altra parrocchia da vincere, mettiamoci d'accordo, no all'espulsione al primo "Porco***", facciamo ammonizione - e te credo, se no dopo un quarto d'ora vi restano solo i portieri) e spaccarsi le gambe a calcioni come può avvenire nell'ora d'aria di qualsiasi cercere che si rispetti. Poveri bambini rastrellati come pecore in "scuole-calcio" (il termine è un controsenso in sé stesso, in una scuola impari cose che ti servono per crescere e diventare un uomo migliore un domani, non un coglione migliore oggi), e viene loro insegnato a mentire, insultare, fingere, simulare. Come i genitori che poi durante le partite si sputano in faccia e si menano in tribuna.

Non ci credete? Andate sul sito della Figc, e leggete le squalifiche e le motivazioni relative, per le serie minori dilettantistiche e giovanili. Vedrete avvocati e sacerdoti, presidenti di società con nomi di Santi, squalificati per settimane e mesi per bestemmie, aggressioni all'arbitro e risse. Ragazzini di 16 anni squalificati per settimane e mesi per essere entrati a partita finita nello spogliatoio avversario, non per dire "andiamo a farci una pizza" (come facevamo noi, almeno quando da bambino si giochicchiava d'estate al mare tra amici), ma per riempire di calci e mazzate un altro sedicenne reo di aver fatto un gol o due. E' tutto vero. Aprite gli occhi cazzo. E poi mandate ancora i vostir bambini alla scuola calcio a fare il campionato se avete le palle.

Spero di riuscire a motivare mio figlio, che non ha ancora 5 anni e non ha ancora un genitore decerebrato, a dedicarsi ad altra attività, che sia davvero sportiva: una in cui serva un vero talento, precisione, attenzione, e che insegni il rispetto e non la truffa. Lo so, sono un idealista: credo ancora che esistano il basket e il baseball.

Ma la cosa che mi preoccupa di più è la gente che mi circonda: a voi piace questa merda.

Le decisioni nel mio condominio, le attività nel mio ufficio, le decisioni nel mio Paese, sono prese da gente che se ne sbatte i coglioni di quanto vale il Paese stesso, le sue risorse naturali e umane, l'istruzione, il benessere, il buon senso, non si smuove per chi muore di fame o chi viene picchiato alla stazione, per chi ruba o chi ammazza una famiglia guidando ubriaco e non fa neanche un giorno di galera - ma fa manifestazioni e collette (di denaro vero!) per mantenere uno stadio di merda che va in frantumi da decenni perché un giorno di tanti anni fa ci ha giocato la sua squadra del cuore. Gente che sbrocca per una palla e una maglia colorata a strisce (o tinta unita, che è lo stesso).

Mi auguro che un giorno tirerete la testa fuori dal culo, che rinsavirete, magari prendendovi una spranga in testa, o un proiettile da un altro imbecille che però al contrario di voi gira armato, e non ha gradito che abbiate preso per il culo la sua squadra. Ma non lo farete.

Poi mi chiedete perché odio il calcio.
Ve lo spiego: perché mi hanno insegnato ed essere educato e civile. Credo che nascere bestie ignoranti non sia una colpa, ma essere ancora bestie ignoranti da adulti lo è.
Quando sento queste cazzate e mi chiamate in causa, vi dico, "odio il calcio".
In realtà odio voi.

[Credit per la vignetta utilizzata: qui la pagina originale]